N° 21

 

DIETRO LA MASCHERA

 

(PARTE SESTA)

 

 

SPIEGAZIONI

 

Di Carlo Monni

 

 

 

1.

 

 

            Dicono che mentre stai per morire tutta la tua vita ti passa davanti agli occhi in un lampo. Tony Stark, l’uomo nell’armatura di Iron Man, ha avuto una vita molto densa di eventi, eppure adesso, mentre è intrappolato a terra dal peso della sua stessa armatura, disattivata da un potente impulso elettromagnetico. e mentre il suo cuore malato lotta per continuare a battere, c’è solo una scena che rivive nella sua mente, una scena avvenuta solo poche ore prima.

 

            La chiamano la città ventosa, Chicago, Illinois, sulle rive del lago Michigan. Ai tempi del proibizionismo è stata la capitale del Crimine Organizzato. Qui nacquero le leggende di Al Capone e del suo implacabile avversario Elliot Ness e la sua quadra di “Intoccabili”. Oggi i tempi sono cambiati, forse, ma restano le contraddizioni tipiche di una moderna metropoli. È qui che in questa mattina è atterrato un lussuoso jet privato che ha portato tre persone, unite da uno speciale legame. Lui è Anthony Stark, milionario, industriale, playboy e, segretamente, l’Invincibile Iron Man. Lei è Joanna Nivena Finch, un tempo era fidanzata di Tony, oggi è la moglie felice dell’armatore Howard Finch e madre di due splendidi figli. La bambina ha 11 anni e sembra il ritratto in piccolo di Joanna e non c’è da sorprendersene, dopotutto è sua figlia e, sebbene porti il cognome Finch, ha recentemente scoperto di non essere figlia, come aveva sempre creduto, del marito di sua madre, ma di Tony, concepita poco prima che lui e Joanna si separassero. Ora che il segreto è venuto alla luce,[1] tutti e tre hanno dovuto fare i conti con una realtà difficile e spesso imbarazzante e stanno faticosamente imparando a gestirla. Dopo che entrambe hanno passato  una settimana ospiti di Tony, lui si è offerto di riaccompagnarle, forse per prolungare un periodo troppo breve o per appagare i suoi sensi di colpa per non essere stato presente quanto avrebbe dovuto… o voluto.

Pensieri che passano, quando la limousine, che li ha accolti all’aeroporto O’Hare, si firma di fronte alla lussuosa residenza dei Finch ed è lo stesso Howard Finch ad accoglierli.  Katherine vola letteralmente tra le sue braccia e lui la stringe forte, poi, ecco uscire un bambino, più giovane di Katherine di circa due anni, biondo, è il fratello minore, fratellastro in realtà, di Katherine: Howard Finch Jr. e si precipita ad abbracciare la madre.  Tony sente acuto il morso di qualcosa che può identificare solo come gelosia. Sono uniti, sono una famiglia, quello che lui Joanna e Katherine non saranno mai. È il padre naturale di Katherine, ma non c’è posto per lui lì. Vorrebbe andarsene, ma non può, non così. E si costringe a restare mentre Kathy parla di New York, delle cose che ha visto, dei regali che ha ricevuto, poi si decide e si avvicina.

-Io devo andare adesso Kathy.- le dice.

-Devi proprio?- chiede la bambina, delusa, forse?

-Ho… uhm… degli affari importanti da sbrigare e non possono attendere, ma ti prometto che ci sentiremo presto. Puoi usare il nuovo videotelefonino che ti ho regalato per chiamarmi quando vuoi.-

-Oh wow! Che bello!- esclama il piccolo Howie –Sembra davvero forte.-

            Tony sorride mentre aggiunge.

-È uno Starktel di ultima generazione, l’ho disegnato io stesso ed ha un sacco di funzioni, guarda…-

            Per un po’ illustra le varie funzioni del telefonino ai due giovani, poi guarda l’orologio e dice:

-Mi spiace, ma devo proprio andare adesso, ma ti prometto che tornerò presto Kathy e, magari, uno dei prossimi weekend, tu e tuo fratello potreste venire a farmi visita a New York.-

-Non credo che sarà possibile.- ribatte Howard Finch -.C’è la scuola adesso e non avranno molto tempo libero neanche nei weekend.-

            I ragazzi fanno un sospiro di delusione. Joanna fa per parlare, ma si arresta mordendosi il labbro inferiore, gesto che non sfugge a Tony.

-D’accordo, capisco.- ribatte –Vedremo cosa si può fare.- si avvicina a Joanna e la bacia su una guancia. Non può fare a meno di sentire il suo profumo a questa distanza, e per un attimo si chiede come sarebbero andate le cose se lei gli avesse detto di essere incinta. Inutile domandarselo. Certo, lei è sempre bella.-Ci rivedremo presto.- le dice.

            Howard Finch lo prende a braccetto e lo accompagna all’uscita.

-Voglio dirti una cosa Stark…- gli dice una volta usciti -… tu sarai anche il padre biologico di Kathy, ma io sono l’unico padre che lei abbai mai conosciuto e per me lei è mia figlia proprio come Howie e non ti permetterò di interferire con la mia famiglia.-

-Non voglio interferire con la tua famiglia Finch…- replica Tony, seccato -…Joanna è tua moglie, ma è un dato di fatto che Katherine è mia figlia, non tua e sarò io a non permetterti di negarmi i miei diritti.. a qualunque costo.-

-Se è una minaccia Stark, io sono pronto a controbatterla.-

-Nessuna minaccia Finch, solo un avvertimento amichevole. Non voglio farti la guerra.. per il bene di Katherine, ma se mi costringi… scoprirai che non sono tenero come avversario.-

           

            Tony riapre gli occhi e si scopre ancora intrappolato nella sua armatura. È svenuto forse? Chissà perché ha ricordato proprio quell’episodio. La mente ti gioca strani scherzi, quando sei inchiodato al suolo dal peso della tua stessa armatura ed il respiro si fa affannoso ed il petto comincia a dolere in maniera preoccupante. Un momento… sbaglia o qualcosa si muove? No, è proprio così: Rhodey sta provando ad alzarsi, ma è impossibile, il peso dell’armatura è troppo perché lui riesca a sostenerlo. Non può riuscirci.

            Poco lontano da lì, nella sua armatura di War Machine, Jim Rhodes si sta sforzando di rimettersi in piedi. Non permetterà ad un inconveniente come lo spegnimento di tutti i sistemi di bloccarlo. Quel testone di Tony può essere in guai seri e tocca a lui tirarli fuori entrambi dai pasticci.

            Con uno sforzo sovrumano riesce a mettersi in ginocchio. I muscoli gli dolgono da morire, il fiato gli manca, ma è riuscito a rizzarsi in piedi e ad appoggiarsi al muro, ma ora cosa può fare, da solo e senz’armi contro una squadra di Dreadnoughts? Proprio una bella situazione, non c’è che dire.

 

 

2.

 

 

            Pepper Potts avrebbe buoni motivi per essere soddisfatta della sua vita. A 18 anni era solo una timida ragazzina con le efelidi e la coda di cavallo, dall’aria dimessa ed un po’ bruttina, poi un colpo di fortuna la portò a diventare la segretaria personale di Tony Stark. Il resto lo fece un salone di bellezza da cui entrò bruco ed uscì splendida farfalla, una di cui anche Tony Stark dovette per forza di cose accorgersi. Oggi è nientemeno che il Presidente della Stark Solutions, la piccola società di consulenza aziendale fondata da Tony Stark al suo ennesimo ritorno dalla morte.[2]      Con i suoi nuovi impegni con la REvolution, Tony le ha delegato ogni incombenza operativa e si limita a fornire la sua supervisione quando occorre. La compagnia ha successo e questo non è male per un’ex scialba segretaria. Peccato che la sua vita privata non vada affatto nel verso giusto. È stata innamorata di Tony Stark, ma ha finito per sposarne il migliore amico, Happy Hogan. Il matrimonio non ha funzionato, alla fine, ma almeno il divorzio è stato amichevole ed indolore. Ed eccola qui, un po’ più vecchia, ma non per questo più saggia o altrimenti non starebbe pensando proprio a Tony Stark ed al loro ultimo incontro.

 

            Quello stesso ufficio, poco prima della partenza di Tony per Chicago, Lui è venuto a salutarla ed ad informarla dei suoi piani. Pepper è forse l’unica persona a cui Tony rivela lati di se che agli altri tiene nascosti. Con lei non ha paura di apparire vulnerabile e questo la lusinga, ma anche un po’ la spaventa.

-Sei sicuro di quel che fai Tony?- gli chiede –Non sarà eccessivo tutto questo sforzo, dopo che sei intervenuto come Iron Man contro il Dottor Destino[3] e Ultron?[4] Forse potresti chiedere a Eddie o Michael di andare.-[5]

            Non ha nominato Happy, Tony l’avrà notato? Probabilmente. Comunque, anche Happy potrebbe, chiunque tranne Tony.

-Questa è una faccenda personale Pep…- ribatte Tony –Devo risolverla io, non posso tirarmi indietro.-

-Non puoi? Dì, piuttosto, che non vuoi. Hai un ego più grande di questo grattacielo Tony Stark e vuoi tutto sotto controllo. Beh se finisci nei guai, non dire che non ti avevo avvisato.-

-Non essere troppo arrabbiata, mia piccola testarossa, ti prometto che starò attento.-

-Come se potessi crederti. Ti conosco troppo bene Tony, ma ora le cose sono cambiate. Hai una figlia e che ti piaccia o no, hai doveri verso di lei e uno di essi è non farti ammazzare troppo facilmente.-

            Tony si morde il labbro e replica:

-Lo so, Pep… Quando ero in Europa a combattere Destino mi sono chiesto spesso che impatto avrebbe avuto la mia morte su quella ragazzina, ma ero l’unico che poteva andare lì e non potevo sottrarmi al mio dovere… come non posso farlo ora… lo devo a Bethany… e a me stesso.-

-Prego che tu non ti sbagli, Tony.-

            Lui abbozza un sorriso e le prende le mani nelle sue.

-A volte mi chiedo cosa farei se tu non ci fossi Pep.- le dice –Sei un’amica davvero preziosa.-

            Le labbra di lui sfiorano l’angolo delle sue posandosi sulla sua guancia, mentre le mani di Pepper sfiorano la guancia di lui, poi Tony si volta ed esce e Pepper rimane sola con i suoi pensieri.

 

            War Machine è in piedi. Ogni muscolo gli duole, mentre lui li costringe tutti a far muovere questa maledetta armatura. Non dovrebbe riuscirci, il peso stesso dell’armatura avrebbe dovuto tenerlo a terra, ma James Rupert Rhodes è troppo testardo per seguire questa semplice logica. Sa che ogni minuto che ci vorrà per ripristinare i sistemi dell’armatura è indispensabile al suo amico Tony per riprendersi e che lui è l’unica cosa che sta tra lui ed i Dreadnoughts e che anche se è una battaglia disperata, lui la combatterà ad ogni costo.

-Fatevi avanti, brutti ammassi di ferraglia!- urla e la sua voce non più filtrata dal dispositivo elettronico somiglia ad un misero sussurro. Avanza, ogni passo una dolorosa agonia, le braccia si alzano, le dita si chiudono a pugno e colpiscono i suoi avversari, poi delle mani metalliche si serrano sui suoi polsi e stringono e per quanto lotti, Rhodey non riesce a liberarsi e sa che è finita.

 

 

3.

 

 

            Mattino. Rebecca Bergier si risveglia tra le lenzuola disfatte del suo letto e si sente pienamente appagata come non le capitava da tempo. Sente scorrere l’acqua della doccia e sorride. Sta ancora sorridendo pochi minuti dopo, quando la sua amante esce dal bagno e la saluta ricambiando il sorriso. Rebecca non riesce a staccarle gli occhi di dosso, mentre con disinvoltura lascia cadere l’asciugamano che l’avvolgeva ed inizia a rivestirsi. Rebecca quasi non riesce a credere di sentirsi così solo dopo la seconda notte che passa con quella ragazza. Tutto in quella giovane donna dai capelli e gli occhi neri, la carnagione olivastra ed il corpo perfetto trasuda una sensualità assoluta e la ancor giovane dirigente della Fondazione Maria Stark ne è quasi stordita. Si sente come una ragazzina al primo appuntamento, eppure ne ha avute di avventure da quando ha scoperto le sue inclinazioni sessuali, ma stavolta, ne è pienamente consapevole, è molto diverso.

            L’altra ha finito di rivestirsi e si siede sul bordo del letto, le passa una mano dietro la nuca, l’attira a se e la bacia, un bacio lungo ed appassionato al termine del quale Rebecca si sente quasi senza fiato.

-Ci vediamo stasera.- le sussurra l’altra, poi si alza e si avvia verso la porta.

-Ti aspetterò.- riesce solo a rispondere la donna e non le stacca gli occhi di dosso finché non è sparita. Non sarebbe sorpresa di sapere che lo stesso accade a tutti gli uomini che la incontrano durante il breve tragitto che la porta fuori dalla Stark Tower, effetto di cui la giovane donna è perfettamente conscia e ne gode. È appena uscita dal grattacielo, che il suo cellulare squilla e lei, prontamente risponde:

-Oh salve, mi aspettavo di sentirti. Si, sta andando tutto bene, Rebecca Bergier è completamente nelle mie mani e non devi stupirti, è la mia specialità dopotutto. Certo non l’avevo mai fatto con una donna prima, ma non c’è poi molta differenza, in fondo, il risultato finale è sempre lo stesso. Quando avremo finito anche la Fondazione Stark sarà nostra come il resto di ciò che appartiene agli Stark.-

            E se Rebecca potesse vedere il sinistro sorriso sul volto della donna con cui ha appena passato una notte di fuoco, sarebbe molto, molto meno felice.

 

            Il suo nome è Michael Collins, o meglio, lo era, ora è solo Deathlok, un sofisticato cyborg da combattimento, interfacciato con un software avanzatissimo. Il suo scopo originario era la guerra, ma la personalità di Michael Collins è riemersa, prendendo il controllo del suo nuovo corpo ed usandone i vari accessori contro coloro che ce l’avevano messo dentro. Il suo unico desiderio è avere una vita normale, ma sembra essere uno sforzo impossibile. Il suo datore di lavoro è segretamente l’Invincibile Iron Man e questo l’ha coinvolto con i Potenti Vendicatori, per non parlare di missioni con i Fantastici Quattro e… questo.

-Computer, chi hai detto che sono questi tizi?-

<<Il loro nome in codice è Dreadnoughts. Robot rivestiti di un’armatura di acciaio al titanio rinforzato con particelle di adamantio secondario. Sono stati progettati dall’A.I.M. (Avanzate Idee Meccaniche) su commissione dell’Hydra. Armamento: raggi concussivi oculari, lanciafiamme orali, proiettore a Raggi Gamma, generatore di campo elettromagnetico, frecce acuminate…>> risponde il computer

-Ok ho afferrato il concetto.- ribatte Deathlok –Possiamo sconfiggerli?-

<<Probabilità stimata nel 48% secondo le possibilità di questa unità.>>

-Incoraggiante, davvero. Beh non intendo morire adesso, questo è certo. Fuoco!-

            Dalla pistola laser di Deathlok parte un raggio color rosso vivo che colpisce uno dei Dreadnoughts, che barcolla, ma subito dopo un altro spara una scarica di napalm nella direzione del cyborg.

<<Azione consigliata: saltare!>>

-Avevo proprio bisogno che me lo dicessi tu computer.- replica Deathlok mentre i servomotori nelle sue gambe bioniche lo fanno scattare verso l’alto, evitando le fiamme. Michael Collins amava tenersi in forma, ma non era certo un atleta di livello olimpionico, ora, però, è lo stesso programma inserito nel suo nuovo corpo cyborg a permettergli evoluzioni degne di una medaglia d’oro e che lui non saprebbe nemmeno immaginare., Salta, scappa, rotea su se stesso, evitando i colpi dei Dreadnoughts e mentre lo fa, la sua mente si astrae e comunica direttamente con il suo mainframe

<<Computer, questi affari hanno dei punti deboli?>>

<<Affermativo, i loro organi interni sono molto sensibili ad una attacco diretto.>>

<<E come ci arrivo ai loro organi interni?>>

<<Consigliata azione…>>

<<Lascia perdere, ho appena avuto un’idea alquanto azzardata.>>

            Un salto porta il cyborg direttamente addosso ad uno dei Dreadnoughts e quindi Deathlok gli spara un laser alla massima intensità direttamente dentro la cavità orale.

-Prova a mangiarti questo!- gli urla.

            Quel che accade subito dopo è, naturalmente, una tremenda esplosione.

 

            Il Dreadnought aumenta la sua stretta ai suoi polsi e Rhodey sa che la fine è vicina, ma almeno se ne sarà andato lottando e... un momento… quest’improvviso tenue ronzio può solo significare che i circuiti si stanno rimettendo in moto. I sei minuti da quando sono stati colpiti dall’impulso elettromagnetico sono passati e l’armatura War Machine è di nuovo in funzione.

<<Mangiati questo, brutto §ç@#*o!>> grida, mentre attiva i cannoncini da polso e spara due proiettili contemporaneamente contro la testa dell’avversario. La forza dell’esplosione che ne segue, lo sbatte a terra, mentre il robot perde letteralmente la testa. Ne restano due adesso e può batterli.. deve. Fa uscire i cannoncini da spalla e si prepara a sparare

<<Spara alla base del collo.>> è stato Iron Man a parlare e Rhodey ne percepisce l’affaticamento nella voce. Come temeva, quei sei minuti col pacemaker disattivato ed il peso dell’armatura da sopportare, gli sono quasi stati fatali. Tony continua: <<Il collo e la bocca sono i punti deboli. Spara, adesso!>>

<<Contaci, capo!>> replica Rhodey e lascia andare i suoi due colpi, che centrano il bersaglio e mentre i Dreadnoughts superstiti cadono, l’uomo nell’armatura nera e argento si precipita verso il suo amico che si sta rimettendo in piedi.

<<Prenditela calma capo.>> gli dice, mentre lo aiuta a sostenersi.

-Io seguirei quel consiglio mio dorato amico.- dice una voce familiare e da un passaggio segreto, ecco spuntare la figura del Conte Nefaria.

<<Hai deciso di spuntar fuori, vedo.>> dice Iron Man.

-Infatti, vecchio nemico.- risponde Nefaria –No, non affrettatevi ad attaccarmi. Vi consiglio, prima, di guardare lo schermo su quella parete.

I due eroi guardano nella direzione indicata da Nefaria e vedono un monitor che mostra una stanza dove ci sono due donne legate e sotto costante mira di alcune bocche da fuoco. Entrambi le riconoscono immediatamente, sono: Joanna Nivena e Rae Lacoste.

-Come vedete, ho pensato a tutto.- gongola Nefaria –I laser di quella stanza sono collegati al mio sistema metabolico. Il più banale attacco al sottoscritto e si attiveranno, riducendo le due donne in cenere. Spiacevole, ma necessario. Avrei preferito schiacciarvi a mani nude, ma, ahimè, il mio potere ionico mi è stato sottratto dal maledetto Graviton,[6] tuttavia io sono arrivato dove sono anche adattandomi alle circostanze.-

<<Cosa… vuoi da noi, adesso?>> chiede Iron Man.

-Per il momento mi accontento di chiedervi di depolarizzare e togliere le vostre armature, in seguito vedremo. Vi do un minuto da adesso e non preoccupatevi delle vostre tanto vantate identità segrete, ormai dovreste aver capito che so benissimo chi siete.-

<<Ma come….?>>

-Ridicolo che tu me lo chieda, Stark. – risponde Nefaria -Mi è bastato fare due più due, considerati i tuoi passati rapporti con mia figlia e quanto a Mr. Rhodes, sapendo chi sei tu, l’identità di War Machine è stata ridicolmente facile da indovinare.-

            Durante la conversazione, i due eroi hanno fatto quanto loro ordinato ed ora le loro armature giacciono ai loro piedi, ridotte ad una specie di cubo leggerissimo, mentre loro stanno fermi, vestiti di un semplice slip.

-Vedo che avete almeno pensato alla decenza.- commenta sogghignando Nefaria, mentre due piccoli robot entrano e raccolgono le armature depolarizzate. –Nessun lacchè umano in questo caso.- continua il Conte –Un segreto non è più tale, se è conosciuto da troppe persone, non trovate? Seguitemi ora e non dimenticate i miei avvertimenti, se tenete alla vita delle vostre donne.-

            E Tony e Rhodey non hanno altra scelta che fare come è stato loro detto.

 

 

4.

 

 

            I volti sono tesi nella Sala Riunioni della Stark Fujikawa, tranne quello, come sempre imperturbabile, del vecchio Kenshiro Fujikawa ed è quest’ultimo a prendere la parola.

-Allora è deciso.- dice semplicemente.

-Si, mi sembra la soluzione migliore.- commenta Morgan Stark, detergendosi il sudore dalla fronte.

-Sono d’accordo.- aggiunge Rumiko Fujikawa.

-Io avrei preferito una soluzione diversa.- commenta Sunset Bain -…ma anche questa andrà benissimo.-

-Allora signori e signore…- aggiunge ancora Morgan -… credo che possiamo proprio dire che la giornata di domani segnerà l’inizio della fine della Roxxon Oil.-

 

            Questo avveniva ieri. Oggi al mattino presto la stessa scena si ripete nella sede di vari media:

Al Daily Bugle, Il Direttore Joseph “Robbie” Robertson apre una busta con dei CD ROM. Legge la breve lettera d’accompagnamento e subito infila uno dei CD nel suo computer, poi, dopo pochi minuti decide di recarsi nell’ufficio di J.Jonah Jameson.

Al Daily Globe, Barney Bushkin, omologo di Robbie riceve la stessa busta ed esclama:

-Che mi venga un colpo!-

Al New York Express la reazione del Direttore Paul Hamilton è chiamare il suo editore Harris Hobbs:

-Harris abbiamo una bomba per le mani.-

Nella sede della W.G.B.S. il Produttore Associato dei TG dell’emittente, nonché anchorwoman di punta della stessa, Trish Tilby non ha dubbi, ha in mano lo scoop dell’anno e sa bene cosa fare in questo caso.

Prima di mezzogiorno, le edizioni straordinarie di giornali e telegiornali hanno diffuso la notizia in tutti gli Stati Uniti ed il resto del mondo seguirà a breve

ROXXONGATE

Tutti i segreti della Roxxon Oil svelati,

 

            Il ragazzo che ha dato inizio a tutto, Philip Grant, detto il Corvo, non mostra particolare interesse verso le ultime notizie, mentre divora un hamburger alla mensa aziendale della Stark-Fujikawa.

-Non pensi che tutto quel colesterolo possa farti male?- gli si rivolge una voce di donna.

            Corvo alza gli occhi per trovarsi di fronte Ling McPherson, il Responsabile della Sicurezza della S-F.

-Perché negarsi i piaceri della vita? Vivi bene, muori giovane e lascia un bel cadavere. Credo l’abbia detto James Dean.-

-Non lo so e non m’interessa.- replica Ling –Ma mi secca vedere un ragazzo di talento sprecarsi così quando potrebbe fare molto di più.-

-Ehi baby, non dirmi che t’interessi a me? Il mio fascino rude ha fatto colpo?-

            Ling sogghigna rispondendo:

-Credo d’essere troppo vecchia per te, ragazzino.-

-Io non direi… e poi, mi sono sempre piaciute le donne mature.- ribatte Philip.

-Sei incorreggibile.- ribatte Ling scuotendo il capo –Mi ero illusa che tu avessi del buon senso, ma temo che non crescerai, non imparerai mai a pensare al domani.-

            La ragazza se ne va e Corvo continua a mangiare il suo hamburger, poi sorridendo tira fuori da una tasca un microchip più piccolo di un francobollo e lo contempla. Oh si che penso al mio futuro, pensa, qui dentro ci sono i numeri dei conti segreti esteri di August’ D’Angelo, il Presidente del Consiglio dei Direttori della Roxxon. Un bel mucchio di dollari che serviranno al fondo della mia vecchiaia. Chi dice che non so essere previdente?

            Continuando a sorridere Corvo rimette a posto il microchip..

 

 

5.

 

 

            Sono giunti in quello che una volta doveva essere l’ufficio riservato al Presidente delle Timely Industries e Nefaria si siede alla scrivania, invitando i suoi forzosi ospiti a sedersi.

-Vi offrirei da bere...- dice in tono affabile -… ma temo che Mr. Stark non apprezzerebbe il pensiero e sarebbe scortese se bevessimo solo io e Mr. Rhodes.-

-Piantala Nefaria e dicci cosa vuoi da noi.- replica, secco, Tony. Il suo pacemaker sta facendo il suo dovere al 100% ormai e, a parte un lieve senso di spossatezza, lui si sente ormai a posto. –Se vuoi la mia morte perché aspettare?-

-Oh, ma io non ti voglio morto Stark, al contrario, io ho bisogno di te e dei tuoi molti talenti.-

-Cosa?- esclama Tony esterrefatto.

            Nefaria si alza e contemporaneamente aziona un dispositivo che scopre la porta di un ascensore incassato in una parete.

-Seguitemi!- intima loro.

            Rhodey freme dalla voglia di strangolarlo, ma resiste, sa che la vita di Rae e Joanna è in pericolo e deve stare al gioco, per ora.

            Una rapidissima corsa in ascensore li porta in un attrezzatissimo laboratorio sotterraneo. Dove un uomo in camice alza la testa al loro arrivo.

-Dottor Dietrich, questo è Tony Stark.-

-Ach Wundrerbar. Sono onorato di fare la sua conoscenza.- dice l’uomo tendendo la mano, ma Tony non raccoglie l’implicito invito.

-Il Dottor Dietrich è uno scienziato di raro talento, è stato collaboratore di Arnim Zola e del defunto Scienziato Supremo dell’A.I.M. Yorgon Tikkio, tra le altre cose.- continua a spiegare Nefaria –Ora ha bisogno del tuo aiuto per riuscire in un compito difficilissimo.

-Che compito?- chiede Tony, suo malgrado incuriosito.

-Non è chiaro? Aiutarmi a far rivivere una donna a cui entrambi teniamo: la mia unica figlia.-

            Una parete scorre e rivela una stanza simile a quella di un ospedale, al centro un letto a cui sono collegati apparati di sostegno vitale. Nel letto, una figura femminile che Tony riconosce immediatamente.

-Whitney, allora è viva!-

            È proprio lei, Whitney Frost, la sola, vera, Madame Masque, ma come? Si chiede Rhodey.

-Se quella si può definire vita, si.-

-Io ho identificato il suo cadavere.- dice Tony sorpreso –Sono stato al suo funerale. Non dovrei sorprendermi, però, io stesso sono “morto” almeno quattro volte. Cosa le è successo?-

-È una storia lunga.- inizia Nefaria -Ricordi quando, su incarico di Obadiah Stane, il Dottor Theron Atlanta usò un macchinario per trasferire la mente di mia figlia in quella di Bethany Cabe e viceversa?-[7]

-Certo che ricordo. Alla fine scoprii l’inganno e riuscii a riportare la mente di Beth nel suo giusto corpo.-[8]

-Tutto è bene quel che finisce bene, vero? Beh non fu così per Giulietta o Whitney, come preferisce essere chiamata.[9] Poche settimane dopo la conclusione di quella sfortunata vicenda, Whitney ebbe un collasso e cadde in coma, un coma da cui non si è più risvegliata da allora.-

-Ma…. Allora… chi è morta e chi era quella che l’ha sostituita?- Tony è sempre più perplesso e Rhodey con lui.

-Tu sottovaluti le risorse del Maggia e le mie in particolare. A quell’epoca stavo ancora riprendendomi  dagli effetti della mia presunta morte, ma dal mio letto di dolore diressi le operazioni. Hai dimenticato la mia capacità di creare ologrammi tanto perfetti da sembrare veri? Li usai per rendere i Vendicatori dei ricercati quando c’incontrammo la prima volta.-[10]

-Certo.- replica Tony –Ma il cadavere ripescato allora, quello che ho identificato e gli altri apparsi successivamente, non potevano essere ologrammi, non lo erano.-

            Nefaria sorride.

-A volte capitano degli intoppi.- risponde –Una mia giovane collaboratrice cercò di approfittare della situazione e prendere il posto di mia figlia. Il suo nome non è importante, dopotutto la punii adeguatamente. Voleva essere mia figlia e lo divenne nella morte. Non era del tutto previsto che il suo cadavere venisse ritrovato, ma accadde e questo chiuse il capitolo Madame Masque. Mia figlia era ufficialmente morta In maniera discreta, il comando della Famiglia tornò a me, ma io rimasi dietro le quinte, usando la “falsa” Madame Masque come schermo.-

-Ecco perché nessuno si è mai ribellato contro di lei, anche se dovevano sapere che non era quella vera.- interviene Rhodey –Sapevano che c’eri tu a comandare.-

-Molto intelligente Mr. Rhodes, capisco perché Stark ha molta stima di lei. Continuando con la mia storia… volevo curare Whitney, ma non sapevo come. Fu l’incontro col Dottor Dietrich a risolvere il mio dilemma. Aveva lavorato con il Dottor Atlanta alla macchina per lo scambio dei corpi e suggerì una spiegazione per ciò che era accaduto: il trasferimento inverso aveva funzionato male e parte della coscienza di Whitney era rimasta intrappolata nel corpo di Bethany Cabe. Concepimmo l’idea di rapirla ed operarla, ma purtroppo non avemmo il successo sperato, anche se il programma del Dottor Dietrich, integrato dai fantastici circuiti di Kang il Conquistatore…-

-Tu sapevi che Victor Timely era in realtà Kang quando hai acquistato questo complesso industriale, allora?- chiede Tony, ma Nefaria non lo degna di una risposta e continua il suo racconto:

-… il programma del Dottor Dietrich, integrato dai fantastici circuiti di Kang il Conquistatore risvegliò la personalità di Whitney dormiente in Miss Cabe ed iniziò a sovrascriverla alla sua, in pratica fondendole in una, che aveva i ricordi e gli schemi mentali di entrambi, una che non era più solo Whitney Frost o Bethany Cabe, ma la somma, meglio, la fusione di entrambe…-

-Masque!- esclamano all’unisono Tony e Rhodey.

-Esatto. Sfuggì al nostro controllo e, poiché entrambe le donne ti amavano, Stark, lei cercò di proteggerti dai tuoi nemici. A questo punto usai un altro piccolo souvenir lasciato da Kang. Chissà, forse voleva usarlo contro i Vendicatori, ma non ne ebbe il tempo: il cyborg che ribattezzai Benedict, a riprendere la fuggiasca.-

-Confesso di essermi chiesto perché un cyborg dovesse avere un nome come Benedict, l’ho sempre trovato privo di senso.- commenta Rhodey.

Nefaria lo guarda e fa una smorfia:

-Potrei risponderle che era il nome del mio gatto quando ero bambino o che volevo alludere al più celebre traditore della storia americana, Benedict Arnold o dire che è stata solo l’ispirazione del momento, ma ha poi davvero importanza?-

-A dir la verità… non me ne frega un accidente.- risponde Rhodey.

            Nefaria sorride:

-La mia ammirazione per lei cresce sempre di più Mr. Rhodes – ribatte.-Lei è un uomo davvero intelligente.-

 -I cadaveri di Whitney ripescati negli ultimi tempi?- interviene Tony –Che scopo avevano?-

-Una mera cortina fumogena destinata a depistarvi. Povere ragazze uccise e fatte assomigliare alla mia Whitney. Con la comparsa di Masque cominciavate a porvi troppe domande, temevo che tu o qualcun altro arrivaste vicini alla verità prima di completare il mio piano. Purtroppo non riuscimmo mai a perfezionare il processo ed alla fine Miss Cabe scappò. Il resto lo sai.-

-Vuoi dire che hai bisogno di me per ripristinare la coscienza di Whitney nel suo corpo?- chiede ancora Tony.

-In un certo senso, si.- risponde il Conte –Manca, però, ancora un tassello fondamentale… Puoi uscire allo scoperto adesso mia cara.-

            Ed ecco, dalle ombre uscire Bethany Cabe… o meglio: Masque, con tanto di tuta azzurra e maschera dorata sul volto, che solleva la sua pistola puntandola contro Nefaria.

 

            Deathlok si rimette in piedi ed è il solo in grado di farlo. L’onda d’urto dell’esplosione ha abbattuto gli altri Dreadnoughts come tessere del domino, ma il suo corpo ha resistito e lui non sa se esserne contento o meno. Ora deve fare quello per cui è venuto sin qui.

-Computer: scansione rapida del luogo.-

<<Eseguita. Nessun segno di esseri viventi. Nessun segno di altri Dreadnoughts, nessun segno di macchinari funzionanti.>>

-Quindi non c’è nessuno qui.-

<<Affermativo.il luogo è deserto.>>

            Magnifico, del resto c’era da aspettarsi che nessuno sarebbe rimasto qui dopo che Bethany Cabe era fuggita, ma qualcuno doveva venirci e lui ha sempre avuto voglia di vistare Las Vegas. Chissà come se la sta cavando Machine Man nel Connecticut?

 

            Derby, Connecticut, sede della Technical Press, una controllata delle Williams Innovations, un gruppo industriale legittimo, ma di proprietà della famiglia Nefaria. La Technical Press era una copertura per attività illegali del Maggia, ma certe connessioni non furono mai dimostrate. Oggi il robot vivente noto come X-51 o anche col nome di Machine Man vi si è presentato mimetizzato da umano e col nome di Aaron Stack, agente delle Assicurazioni Delmar, un’identità che non usava da diversi anni e si sorprende che come copertura abbia retto. Non lo pensa più, quando si accorge di essere stato accompagnato in un locale vuoto e la porta si chiude alle sue spalle. Un attimo dopo ecco che da delle nicchie nelle parei escono quattro Dreadnoughts.

-Ragazzi, possiamo discuterne amichevolmente?- chiede Aaron un attimo prima di essere investito da getti congiunti di fiamme. In un attimo i suoi abiti sono bruciati.

-Amici, avete appena distrutto un abito firmato che è costato una fortuna. Ciò non mi ha reso di buonumore e dovreste sapere che, nelle immortali parole di Bugs Bunny, “Questo significa guerra!”-

            E la guerra comincia.

 

 

5.

 

 

            La donna chiamata Masque tiene ancora puntata la sua pistola contro Nefaria e parla:

-Tu mi aspettavi?- chiede perplessa.

-Ma certo!- replica Nefaria. –Era previsto che tu arrivassi fin qui. I sensori di questo posto ti hanno tenuto d’occhio sin dalla tua entrata.. ed ora sei qui, proprio dove dovevi essere…. Benedict, prendila!-

            Il cyborg tentacolate è apparso improvvisamente alle spalle di Masque ed ora la stringe in una morsa ferrea.

-No!- esclama la ragazza –Non ancora!-

Oh si, invece!- esclama, esultante Nefaria –Vedi, tu sei essenziale. C’è un dettaglio che ho trascurato di dirvi: non è possibile ripristinare la coscienza di mia figlia, i segni vitali di Whitney sono troppo deboli, lo shock del trasferimento spegnerebbe il suo cervello, la ucciderebbe in pratica. C’è solo una cosa da fare ormai: terminare la sovrascrittura della sua mente su quella di Bethany Cabe, così che alla fine la mia unica figlia si risveglierà integra in un nuovo corpo.-

-Sei più folle di quanto pensassi Nefaria.- esclama, irato, Tony.

-Chiami follia il voler salvare la propria figlia?- replica l’altro –Tu che faresti per la tua? Quali regole violeresti?-

            Tony Tace, non sa cosa rispondere ed intanto, la donna chiamata Masque, nonostante si dibatta senza sosta, non riesce a liberarsi dai tentacoli dalla presa d’acciaio ed è portata su un lettino gemello di quello di Whitney; i polsi e le gambe sono imprigionati da solide manette.

-Ed ora tocca a te, Stark- dice Nefaria. –Esamina il macchinario e taralo nel modo giusto. Se riuscirai tu ed i tuoi amici sarete salvi, hai la mia parola.-

            Come se potesse realmente fidarsi, ma non ha altra scelta, nessun’altra scelta. Può solo sperare che il suo piano di riserva funzioni. Nefaria ha pensato a tutto, ma sembra aver dimenticato la presenza di un altro giocatore e questo, o almeno Tony, lo spera, potrebbe essere il suo errore fatale.

 

            La giornata è stata dura per Happy Hogan ed è ora di una piccola pausa. Ogni tanto arriva qualche buona notizia, come, ad esempio, l’arrivo di Hannah Fairmont da Seattle. È passato parecchio tempo da quando si sono visti per l’ultima volta, anche se si sono sentiti per telefono. È diversa da Pepper, deve ammetterlo, ma è meglio così. Se deve avere una nuova relazione, meglio che non sia con un clone di sua moglie. Apre la portiera della sua auto e si mette al posto di guida (Come sembrano lontani i tempi in cui era solo un ex pugile suonato ed era l’autista di Tony), sta girando la chiavetta d’accensione quando… il suo cellulare squilla. Dannati aggeggi, pensa Happy, mentre risponde.

-Si?-

            È la sua segretaria (lui con una segretaria? Ridicolo, no?)

-Mr. Hogan ha dimenticato di firmare le buste paga della settimana, devo fargliele recapitare da un fattorino?-

-No, che Diavolo! Sono ancora qui sotto, torno su io.-

            Brontolando per la sua sbadataggine, Happy scende dall’auto, richiude la portiera e si avvia all’ingresso della Stark Tower. Un’esplosione scuote l’aria improvvisamente e Happy si ritrova sbattuto a terra. Quando si rialza, vede la sua auto ridotta ad un cumulo di macerie fumanti. Se fosse stato dentro… qualcuno ha cercato di ucciderlo, è vivo solo per un caso… beh quel qualcuno lo ha fatto davvero arrabbiare.

 

            In un ristorante sulla Broadway, Meredith McCall non è affatto concentrata sul cibo e l’uomo che è con lei ne è ben consapevole.

-Lei è stata molto gentile a tenere compagnia a cena alla mia umile persona prima della mia partenza per il Giappone, Miss McCall…- le dice Kenshiro Fujikawa -… ma è chiaro che qualcosa la turba. Se volesse confidarsi, forse questo povero vecchio potrebbe aiutarla.-

            Meredith sorride. Povero vecchio, è uno degli uomini più ricchi del Giappone, forse il più ricco, la prova vivente che i Giapponesi avranno anche perso la Seconda Guerra Mondiale, ma hanno conquistato gli Stati Uniti con la pace. Ma forse le farà davvero bene parlare di ciò che la tormenta. Tony è assente e chissà quando tornerà e Fujikawa è sempre stato gentile con lei. E così gli racconta tutto.

-Una storia molto triste.- commenta lui alla fine del racconto –Comprendo la sua ansia Miss McCall e le garantisco tutte le risorse della Stark-Fujikawa… della Famiglia Fujikawa, se necessario perché lei trovi ciò che cerca.-

-Lei è davvero molto gentile Mr. Fujikawa.-

            Il giapponese si schermisce e fa un sorriso.

-Come molti vecchi, non amo le lacrime di una bella donna, tutto qui.-

            Meredith risponde al sorriso. Ora più che mai deve trovare Tony e parlargli, se solo fosse in città adesso.

 

 

6.

 

 

            Tony Stark ha un’espressione del tutto impenetrabile, mentre dice una sola parola:

-Fatto!-

-Ne sei sicuro?- chiede Nefaria –Non mi stai facendo qualche scherzo?-

-Non giocherei mai con la vita di Whitney e Beth, lo sai bene.- replica Tony stizzito –Tu forse non sai cosa vuol dire, ma io amavo davvero tua figlia e l’ultima cosa che vorrei è vederla immobile su quel letto.-

.Dr. Dietrich…-

-Ja. Sembra tutto a posto. La macchina funzionerà.- risponde lo scienziato.

-Allora procedete.- intima Nefaria.

            Mentre le sue mani si muovono sui pulsanti, Tony prega di trovare una soluzione, ma, comunque vada, sembra che dovrà sacrificare qualcuno e la scelta è solo sua.

-Adesso Bastai!- La voce femminile è dura quanto basta da far voltare tutte le teste verso il punto da cui proviene. Naturalmente Tony non è affatto sorpreso di vedere la Vedova Nera che, saltata da un condotto d’aerazione, ha prontamente afferrato Nefaria per la gola.

-Se pensavi che Tony non avesse piani riserva, ripensaci.- dice al Conte –Ora sta buono e tranquillo. Il mio “morso di Vedova” è letale a quest’intensità ed a questa distanza e sai bene che non esiterei ad usarlo.-

-Se lo fai due donne moriranno e sarà come se le avessi uccise tu.- replica Nefaria.

-Non contarci. Ho disattivato il tuo sistema laser e spalancato tutte le porte prima di venir qui.-

-Menti! Me ne sarei accorto.-

-Dici?- risponde sogghignando la Vedova.

            Nefaria tace, rimuginando sul da farsi, poi prende una decisione.

-Benedict, uccidi questa donna!-

            Il cyborg si muove. Contemporaneamente, Tony e Rhodey si scambiano uno sguardo d’intesa ed attivano un telecomando in quello che sembra un comune orologio da polso e, subito, le due armature depolarizzate volano da loro, ricoprendoli: Iron Man e War Machine sono di nuovo in azione.

-Non lo uso spesso, ma è un trucchetto utile, non trovi Rhodey?>> dice Tony, mentre l’armatura lo ricopre.

<<Puoi scommetterci capo ed ora muoviamoci, è ora di spaccare qualche testa.>> replica Rhodey, poi si tuffa nell’azione.

 

            Da quando si è risvegliato alla coscienza, Machine Man ha vissuto esperienze fuori dall’ordinario: è stato braccato dall’Esercito, che lo considerava, un pericolo da distruggere e da avventurieri che lo consideravano un utile trofeo; ha perfino salvato il mondo una volta o due. Ha conosciuto tutta l’infinita gamma dei sentimenti umani, compreso l’amore. Capirete, quindi, che non è esattamente molto impressionato dalla vista di quattro Dreadnoughts, gli ultimi di un set di dodici, per l’esattezza, intenzionati seriamente a ridurlo ad un mucchio di rottami.

-Amici, mi ripeto: e se provassimo a riaverla pacificamente?- chiede.

            Non riceve risposta e nemmeno se l’aspettava, a meno di considerare tale un raggio congelante che solidifica intorno a lui un blocco di ghiaccio. X-51 si limita a surriscaldare la propria temperatura finché il ghiaccio si scioglie.

-Sapete? Noto dell’ostilità da parte vostra e non è carino verso un fratello robot –

            Un colpo concussivo lo sbatte contro una recinzione, mentre nella sua testa eccheggia la voce elettronica di Jocasta, l’Intelligenza Artificiale, attualmente discorporata, con cui divide quel legame d’amore a cui accennavamo prima:

<<Attento Aaron, Il fatto che i Dreadnoughts siano qui dimostra o che era attesa una visita o che qui c’è un segreto da difendere, forse proprio quello che cerchiamo.>>

-Grazie, ma c’ero arrivato anch’io Jo.- replica Aaron Stack -Ora vediamo come posso sconfiggere questi affari da solo, piuttosto.-

<<Secondo i files dello S.H.I.E.L.D., i loro unici punti deboli sono l’attaccatura del collo ed il cavo orale..>>

-I comuni esseri umani lo chiamano bocca di solito, Jo.-

<<Noi non siamo esseri umani, Aaron.>>

-Semplici dettagli, Jo. Ora scusami, ma devo elaborare un piano di battaglia.-

            E così dicendo, il robot senziente si butta nella mischia.

 

            Seduta alla sua scrivania nella sede della REvolution Misty Knight si rivolge alla sua socia Colleen Wing.

.Sai, mi stavo chiedendo se il nostro lavoro qui abbia un senso.-

-Che intendi dire?- chiede Colleen.

-Che forse mi manca la nostra vecchia vita come detective private.- risponde Misty.

-Vuoi dire che rimpiangi la strada?-

            Misty fa una smorfia che somiglia ad un sogghigno e replica:

-Può darsi. Forse non sono tagliata per passare le giornate in un ufficio bello lindo. Mi manca l’azione.-

-Non mi pare sia mancata l’azione in questi giorni.- ribatte Colleen –Basta pensare all’attacco dello Spettro.-

-E di che aiuto siamo state in quell’occasione? Ha fatto quasi tutto Iron Man.-

-Non è un atteggiamento molto positivo il tuo Misty.- a parlare è stata una voce maschile.infatti, nel vano della porta dell’ufficio è comparso un giovane uomo dai capelli biondi ed un sorriso accattivante.-

-Danny!- esclama Misty nel vedere il suo uomo.-Non ti aspettavo.-

-Passavo di qua…- replica Daniel Thomas Rand. Nonostante la sua ancor giovane età è uno dei tre maggiori azionisti (assieme a Tony Stark e Dwayne Taylor.) della REvolution ed anche a capo della sua personale compagnia, la Rand-Meachum Inc., anche se preferisce lasciarne la gestione operativa ala socia Joy Meachum. Questo perché sotto l’apparenza del giovane manager si nasconde un guerriero della perduta K’un Lun, detentore di un potere unico nel cosmo, perché Danny Rand è anche il supereroe conosciuto come Iron Fist. Stasera però è solo un uomo che è venuto a prendere la sua compagna per una serata intima.

-Se vuoi aggregarti a noi Colleen…- chiede, non solo per dovere di cortesia. Un tempo lui e la giovane d’origine orientale hanno condiviso un’esperienza mistica che li portati a condividere i loro stessi esseri, [11] questo ha lasciato un legame empatico tra loro e Danny percepisce il disagio di Colleen e la causa del disagio, peccato che non possa far niente per lei.

-Andate pure.- risponde la ragazza –Non sarei di mota compagnia stasera.

            Danny la guarda ed è come se entrambi si dicessero qualcosa silenziosamente: non avrebbe dovuto innamorarsi di Tony Stark, forse, ma ormai il danno è fatto e lei deve decidere cosa fare adesso. Come al solito Tony è sparito, ma al suo ritorno dovrà esserci un chiarimento.

 

 

7.

 

 

            L’oggetto dei pensieri di Colleen è, al momento, impegnato in una lotta per la vita col cyborg Benedict

<<Sei un tipo tosto amico, ma ci vuol altro per battermi.>> proclama il Vendicatore Dorato.

-Io ho già battuto mi Vendicatori, Compreso Thor.- replica il cyborg

<<Ma io non ero tra loro e Thor non era al massimo della forma a quei tempi.>> ribatte Iron Man.

<<E nemmeno io c’ero.>> aggiunge War Machine.

            Si scatena una feroce battaglia tra i due colossi in armatura ed il cyborg. Informati della pericolosità dei tentacoli del nemico, capaci di stordire e rendersi immateriali assieme alla preda, i due evitano ogni contatto ed utilizzano le armi a distanza. Intanto la Vedova Nera segue affascinata la battaglia e, purtroppo per lei, si distrae un secondo di troppo.Nefaria ne approfitta per scrollarsela di dosso con una mossa improvvisa.

-Stupida vacca!- esclama –Pensavi che, solo perché ho perso i miei poteri ionici, non fossi capace di battermi?-

-Per la verità si.- replica la Vedova, sparando il suo letale morso sul Conte, che, colpito, indietreggia e cade addosso al Dottor Dietrich. Lo scienziato tedesco perde a sua volta l’equilibrino e cade contro il pannello di controllo quindi, nel tentativo di sostenersi, le sue dita premono contemporaneamente vari pulsanti ed il pannello comincia a lampeggiare sinistramente.

 

            Un solo robot senziente di altezza e corporatura umane contro quattro robot giganti virtualmente indistruttibili e pesantemente armati.Una battaglia il cui esito è già deciso? Ripensateci, mentre provate ad immaginare il riluttante eroe chiamato Machine Man saltare, allungarsi, sparare ed usare tutti i trucchi del suo repertorio. Vi accorgerete che l’esito dello scontro è tutt’altro che scontato. Ed, infatti, ecco che circa mezz’ora dopo, i quattro Dreadnoughts sono solo un ammasso di ferraglia tenuta unita da un campo elettromagnetico. Naturalmente è a questo punto che, in ritardo come da copione, arrivano le Forze dell’Ordine. Aaron è sorpreso di essere riconosciuto da uno dei poliziotti, che sembra convinto che la minaccia sia lui. Il robot sospira. Gli stupidi s’incontrano dappertutto, pensa, poi mette mano alla sua tessera di Vendicatore e dice:

-Questo posto è una copertura del Maggia. Se avete i mandati giusti, credo che ne scoprirete delle belle entrandovi.-

            Nel giro di un’ora il posto si riempie di poliziotti ed agenti dell’F.B.I., D.E.A. ed altre agenzie federali, compresi un paio di agenti dell’F.B.S.A. giunti come consulenti, visto l’evidente coinvolgimento di mezzi superumani. L’intero complesso della Technical Press è perquisito da cima a fondo, arresti vengono fatti, ma di ciò che sperava Machine Man, nemmeno l’ombra.

-Spero che gli altri abbiano avuto maggior fortuna, Jo.- dice Machine Man.

<<Deathlok comunica di non aver trovato niente a Las Vegas, Aaron.>> risponde l’Intelligenza Artificiale <<Però è da oltre mezz’ora che le comunicazioni con Iron Man e War Machine si sono bruscamente interrotte.>>

-Mmm viaggiando coi miei mezzi potrei essere nel Wisconsin in mezz’ora al massimo…- commenta Machine Man -… ma non mi preoccuperei. Quei due possono superare impunemente qualunque pericolo.-

 

            Luci, lampi, una scarica elettrica attraversa il corpo del Dottor Dietrich, fulminandolo istantaneamente e lasciandolo ricadere a terra senza vita. Il resto del macchinario sembra illuminarsi come un Albero di Natale fuori stagione.

<<Temo che abbiamo dei guai, capo.>> è il commento di War Machine.

<<Liberiamo le donne e portiamole via.>> è la risposta di Iron Man, poi il Vendicatore Dorato si rivolge alla Vedova Nera: <<Le prigioniere?>>

-Non preoccuparti.- risponde Natasha Romanov –Le ho fate uscire di qui appena liberate.-

            I lettini delle prigioniere sembrano risplendere di energia, mentre loro, prive di sensi, vengono liberate da mani forti come l’acciaio.

<<Beth è svenuta, ma sta bene.>> dice Machine Man.

<<Bene!>> replica Iron Man <<Io ho Whitney, ora usciamo.>>

<<E Nefaria?>>

            Tony sta per rispondere, quando una prima esplosione si ode.

<<Fuori tutti!>> intima <<A lui penseremo dopo!>>

         Hanno appena il tempo di abbandonare la stanza, che si ode una seconda, più forte, esplosione e poi ne seguono altre, una catena che si ferma solo quando l’intero edificio è ridotto in macerie e loro le osservano dall’esterno, sani e salvi.

<<Wow! Un bel macello>> commenta War Machine <<Credi che Nefaria sia morto?>>

<<Anche senza poteri ionici, non scommetterei un centesimo sulla sua morte.>> risponde Iron Man.

-L’erba cattiva non muore mai, purtroppo.- aggiunge la Vedova Nera.

            Pochi minuti dopo sono sull’aereo diretti a Chicago, per riportarvi Joanna Nivena Finch.

<<Mi dispiace di averti messo nei guai.>> dice Tony a Joanna.

-Non è stata colpa tua.- risponde lei –Questa è la tua vita.

            Approfittando del fatto che sono fuori vista di Rae Lacoste, Tony si sfila l’elmetto.

-È per questo che mi hai tenuta nascosta Katherine?- chiede e c’è amarezza nella sua voce –Non volevi che fosse coinvolta in… questo.-

-Si, penso di si…- risponde lei -… ma forse ho commesso un grave errore.- gli accarezza il volto –Sei un uomo buono a modo tuo, Tony, cerca di ricordarlo.- poi si appoggia alla sua spalla e, vinta dallo stress, cade addormentata. Tony esita, poi con delicatezza la stende sul lettino della cabina e rimane a fissarla pensando alle cose che ha perso ed a quelle che non avrà mai.

 

 

EPILOGO

 

 

            Una parete si frantuma e dal buco entrano sette figure in costumi colorati:

-Niente paura Mrs. Finch, i Vendicatori dei Grandi Laghi sono qui per salvarla.- a parlare è stato un buffo ometto dal ciuffo biondo, il costume rosso e blu ed il sorriso a 32 denti: Mr. Immortal.

-Ahem intrepido capo sembra che questo posto sia assolutamente vuoto.- dice Thundersword..

            Quel che dice Dinah Soar non è intelleggibile da orecchio umano.

-Non sento la presenza di nessuno vivo…- interviene Moonfang -… C’è stata gente, ma è appena andata via.-

-Mmm sembra che siamo giunti troppo tardi. Qualcuno ha fatto il lavoro al posto nostro, direi. Se avessimo usato i portali di Doorman come avevo suggerito, forse saremmo arrivati in tempo per aiutare chi ha liberato la prigioniera.- commenta Flatman.

-Ehi non guardate me.- ribatte Doorman –Io ho solo detto che era pericoloso aprire un portale verso un luogo che non conosco bene e poi… Ok sto zitto.-

-Su muoviamoci.- taglia corto Big Bertha –Se ci diamo una mossa arriveremo a Chicago in tempo per la cena ed io ho giusto da inaugurare un abitino che è un amore.-

            Ed il gruppo più famoso (?) della regione dei Grandi Laghi se ne ritorna alla base.

 

Il Dottor Keith Kincaid osserva la donna distesa in un lettino di una stanza privata dell’Howard Stark Memorial Hospital, una stanza pagata personalmente da Tony Stark. Se c’è un modo di far uscire Whitney Frost dal coma lui ed il resto dello staff lo troveranno o almeno ci proveranno, questo è il suo impegno. Esce dalla stanza e non nota l’impennata nei valori misurati dall’elettroencefalogramma.

 

            In una altro punto di quello stesso ospedale, Bethany Cabe si prepara a lasciare la stanza dove è stata ricoverata per un giorno sotto osservazione. C’è stata anche troppo per i suoi gusti, ora deve pensare al resto della sua vita. Sorride mentre chiude una valigetta sul cui fondo luccica una maschera d’oro.

 

            L’aria è umida a San Diego e Tony Stark scopre di sentirsi emozionato mentre suona alla porta ed attende che Veronica Benning venga ad aprirgli. Ha rimandato troppo a lungo questo confronto, ora vuole, deve, sapere.

-Oh sei tu.- è il secco commento della donna. È così attraente ancor oggi. Come ha fatto a farsela scappare? Che importanza ha? È la storia della sua vita, dopotutto.

-So perché sei qui.- gli dice Veronica –Leggo i giornali. Credevo saresti venuto prima.-

-Sono stato occupato è la laconica risposta di Tony. Entrano in casa. Un bambino dell’apparente età di un anno o poco più gioca su un tappeto. Veronica sembra leggere nel pensiero di Tony:

-Si è mio figlio.- risponde alla domanda inespressa –Si chiama Ronald, Ronald Benning.-

-Ed il padre…- Tony lascia la domanda in sospeso.

-Sono io.-

            A parlare è stato un uomo uscito da una vicina stanza. Tony lo riconosce subito. È Felix Alvarez, il legale e dirigente delle Stark Enterprises, oggi Stark-Fujikawa.

-Tu… ma …come… quando?-

-Ci ritrovammo al tuo “funerale”[12] Tony.- risponde Veronica –Io accettai un suo invito a cena e poi continuammo a frequentarci per un po’. Poche settimane dopo mi accorsi di essere incinta. Ci furono delle complicazioni ed il bambino nacque prematuro. Tememmo per la sua vita, ma ce la fece. Ecco tutto

-Quanto a me...- interviene Felix –... Ho deciso di raggiungere Ronnie a San Diego e convincerla che possiamo essere una famiglia.-

-Sono… felice per… questo… per tutti e due.- riesce solo a dire Tony. Non sa se sentirsi sollevato o dispiaciuto dalla scoperta di non essere il padre del figlio di Veronica. In fondo non gli sarebbe dispiaciuto un erede maschio, ma dopotutto è meglio così. Forse, e Katherine potrebbe esserne la dimostrazione, non è adatto a fare il padre. Intanto, però, il New York Express gli dovrà un risarcimento milionario e se non è proprio un pensiero consolante, dovrà accontentarsi.

 

            Estratto dal Daily Bugle

“Dopo la clamorosa scoperta delle sue connessioni con la Criminalità Organizzata, il gruppo Williams Innovations è stato messo sotto sequestro. Funzionari del Dipartimento della Giustizia di Washington prevedono una rapida confisca. È prevedibile che, in seguito all’ordinanza di confisca, il gruppo sia posto sul mercato e rivenduto in tutto o in parte. La Williams Innovations non è nuova a destini di questo genere. Quando era solo una rampante industria elettronica del New Jersey, fallì ed il suo principale dirigente ed azionista, Simon Williams, oggi il Vendicatore noto come Wonder Man, fini sotto processo per frode, bancarotta ed altro. La sua industria fu quindi confiscata e venduta. Oggi sappiamo che dietro gli acquirenti c’era la Famiglia Nefaria, potente affiliata del Maggia. Si spera che i futuri acquirenti siano migliori degli ultimi proprietari. Questa è solo l’ultima bufera finanziaria, che ha scosso i mercati, ma è, comunque, ben poca cosa rispetto a quanto sta succedendo a Wall Street dopo le recenti rivelazioni sulla Roxxon…”

 

            Meredith McCall ha aspettato a lungo dinanzi alla Stark Tower, ma alla fine la sua pazienza è premiata, perché ecco che Tony Stark scende da un’auto e si dirige all’ingresso. Lei sembra esitare un attimo poi chiama:

-Tony!-

            Dicono che il primo amore non si scorda mai, forse è per questo che quando i loro sguardi s’incontrano, il respiro sembra mozzarsi ed il battito cardiaco di entrambi sembra accellerare.

-Meredith?-

Una singola parola e per un attimo che sembra quasi lungo un eternità, il tempo sembra tornare indietro, a quella lontana estate di tanti, troppi anni prima e loro sono ancora quei due adolescenti ingenui di allora, poi l’attimo passa e sono di nuovo nel presente.

-Cosa fai qui?- chiede Tony. –Ti credevo in Giappone.-

-Sono tornata per questioni relative al testamento di mio padre.- risponde lei –Ed ho scoperto certi documenti che… Ci hanno ingannato Tony.. mio padre e forse anche il tuo ed io l’ho scoperto solo ora, dopo tutti questi anni.-

-Ma di che parli?- chiede Tony e mentre fa la domanda, sa istintivamente di temerne la risposta.

-Mi aveva detto che era nato morto e ci ho creduto. Perché non dovevo credergli? Era mio padre in fondo. E invece aveva mentito.-

-Ma.. tu stai dicendo che…stai parlando di…-

-Si Tony.- risponde lei ed il suo tono è cupo e rabbioso –Sto parlando di… nostro figlio.-

            E Tony si sente come se il mondo stesse sfuggendogli da sotto i pedi.

 

 

FINE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Eccoci, alfine, giunti al termine di quello che, probabilmente è il più lungo racconto di Iron Man mai scritto per Marvelit. -_^ Consideratelo il classico episodio doppio in cui si tirano le fila di tutta una serie di trame e sottotrame e si gettano le basi per il futuro. E poi c’erano davvero tanti personaggi. (Quasi tutto il casto oserei dire.) -_^ Ed ora un po’ di note.

1)       Continua il pagamento del mio debito nei confronti del mio predecessore Tobia: dopo la trama di Katherine, anche quella dedicata alla risoluzione del mistero delle molti morti di Whitney Frost/Madame Masque e della vera identità della misteriosa Masque sono stati risolti. Ok la spiegazione è complessa e presenta ancora qualche punto oscuro, ma almeno non abbiamo copiato Busiek, no? -_^ Ora Whitney giace in coma in un letto del più famoso ospedale Marvel, ma per quanto? Chissà? -_^

2)       Chi è la misteriosa donna che, a quanto pare, ha sedotto Rebecca Bergier con uno scopo preciso in mente? E qual’è questo scopo? Lavora forse per colui o coloro che tramano nell’ombra per impadronirsi della REvolution e della Stark-Fujikawa? A quest’ultima domanda posso rispondere: si. Per le altre, dovrete ancora attendere qualche episodio.

3)       Ma a proposito: chi trama contro Tony e Morgan? Esclusa la Roxxon dal novero dei sospetti, ci rimangono Mida e Justin Hammer.. o forse c’è ancora qualcuno che non abbiamo considerato o di cui ignoriamo ancora l’esistenza? Solo i tempo ed i prossimi episodi potranno dirlo. -_^

4)       Il cameo dei Vendicatori dei Grandi Laghi era un dovuto omaggio ad una serie molto divertente. Potevano restare indifferenti al rapimento della madre della figlia di Tony Stark avvenuto nella loro città? Forse era meglio di si, direte voi.-Mi spiace di non averli saputi rendere tanto demenziali quanto ne è capace Valerio, perdonatemi. -_^

5)       E così Nefaria si è visto portar via la Williams Innovations dal Governo e dalla Magistratura Federale. Peccato ora per riciclare i suoi guadagni illeciti e contare su profitti più o meno legittimi dovrà contare solo sui suoi casinò e locali notturni di Las Vegas, dura la vita no? -_^

6)       Spero che abbiate apprezzato il ruolo svolto da comprimari di grosso calibro e spesso ingiustamente trascurati come Deathlok e Machine Man. Un consiglio però, non affezionatevi troppo a Deathlok, vi conviene, credetemi.

7)       Tutti i segreti della Roxxon finalmente esposti. Questa multinazionale petrolifera ed i suoi dirigenti ne hanno commessi di crimini per sete di guadagno, ma ora le prove sono a disposizione del pubblico. Che accadrà? E come reagirà Tony quando verrà a conoscenza di certe circostanze della morte dei suoi genitori che ha sempre ignorato? Cominceremo a vederlo già nel prossimo episodio e, per quanto riguarda il fato della Roxxon, anche in altre serie Marvelit.

8)       Reparto figli: se vi eravate tranquillizzati nello scoprire che Tony non è il padre del figlio di Veronica Benning, come avevano tutti creduto negli ultimi 10 episodi, di certo avevate almeno intuito qual’era il segreto scoperto da Meredith McCall. E così lei e Tony hanno un figlio di cui ignoravano l’esistenza e che ormai è sulla ventina? Che colpo per Tony. Un momento, un momento, ma cos’è diventata questa serie? Il nuovo set di Beautiful? Vogliamo una serie di avventure supereroiche e non una dannata soap opera. Accidenti, calma. Se è l’azione che volete, vi conviene allacciare le cinture, perché dai prossimi episodi non ci fermeremo più. Credetemi.

E a proposito del prossimo episodio: un altro frammento del passato di Tony Stark torna a galla, ma stavolta è intriso di sangue. Il più odioso dei ricatti potrà piegare Tony o troverà una via d’uscita? In più il ritorno di Spymaster e la sua Elite dello Spionaggio; nuovi altri giocatori; Mike O’Brien va al lavoro e.... beh, perché devo dirvi tutto io? Scopritelo leggendolo, no? -_^

 

 

Carlo



[1] In Iron Man MIT #10

[2] In Iron Man Vol 3° #1 (Iron Man &  I Vendicatori #31)

[3] Fantastici Quattro #21/25

[4] Vendicatori #33

[5] Allude a Eddie March e Michael O’Brien, gli altri due uomini che insieme a Happy Hogan (per tacere di Clay Wilson) si alternano a Tony nel ruolo di Iron Man.

[6] In Vendicatori MIT #28

[7] Iron Man Vol 1° #197 inedito in Italia

[8] In Iron Man  #205 anch’esso inedito.

[9] Giulietta Nefaria è il nome con cui Whitney Frost è stata battezzata prima di essere legalmente adottata da Byron Frost (Un parente di uno dei tanti vari Frost che girano per le nostre serie? -_^)

[10] Avengers Vol 1° #13 (Thor, Corno, #19/20)

[11] Tanto tempo fa, su Iron Fist #6 (Marvel Collection, Comic Art #7)

[12] Dopo gli eventi de “La traversata”